Storia dell'istituto

Nel 1973 nasce a Tursi l’ITCG come succursale dell’ITC “Loperfido” di Matera. Già nel 1982, potendo contare sulla presenza di quattordici classi, ottiene l’autonomia giuridica e amministrativa e, quasi contemporaneamente, una nuova sede in Via Vittorio Emanuele che si rivela insufficiente nel volgere di poco tempo. Dall’anno scolastico 1990/1991 l’Istituto è sito in località Santi Quaranta, in una moderna ed efficiente struttura completa di laboratori, biblioteca, auditorium e palestre. Tuttavia, cinque classi del biennio, tre ragionieri e due ITER, sono ospitate nella succursale (ex centrale). Dall’a.s. 2001/2002 è funzionante il nuovo indirizzo per tecnici dei servizi turistici che sta riscuotendo simpatie e adesioni, mentre i corsi serali, SIRIO per Geometri e il serale per Ragionieri, sono attivi. Attualmente il nostro istituto si pone tra i primi nella provincia. La posizione decentrata apparentemente svantaggiosa diventa garanzia di efficacia del servizio scolastico. La dimensione umana tipica delle nostre realtà garantisce l’incontro, la comunicazione, il controllo dei bisogni, facilitandone la soluzione. Questo successo è anche il doveroso riconoscimento all’impegno ed alla professionalità del personale docente e non, che ha attribuito una forte identità al proprio operato, non prescindendo mai dal necessario contatto umano con gli alunni.
Manlio Capitolo

Intitolazione a Manlio Capitolo

L’Istituto è intitolato al grande giurista-poeta Manlio Capitolo, nato a Tursi il 28 novembre 1902 da Domenico, avvocato, umanista e letterato, e da Maria Ayr, colta maestra, educatrice di diverse generazioni di Tursitani. Vincitore di un concorso nazionale, entrò in magistratura come uditore a 22 anni. A Venezia svolse la sua attività negli anni difficili della II guerra mondiale e nel dopoguerra, guadagnandosi stima e ammirazione per il suo senso di giustizia e per la sua profonda umanità da parte della più alta magistratura e da parte di autorevole stampa. Nel Palazzo di Giustizia di quella città è ricordato con una lapide. Promosso Presidente Capo del Tribunale di Roma, svolse quel compito per soli due anni, poiché una grave malattia lo portò alla morte nel 1954, a soli 52 anni. Schivo di carattere, semplice e parco nelle abitudini, fù uomo di grande ingegno e di vasto sapere. Incline alla più alta idealità e aperto al senso del bello, subì il fascino della poesia e fu anche delicato e sensibile poeta.