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TURSI – Terminato all’Itest “M. Capitolo” di Tursi il progetto PON GreenDuino– Monitoraggio ambientale al tempo dei maker. L’ultimo in presenza, prima della pandemia, coordinato  dalla responsabile  Maria Falcone, docente di Scienze. Obiettivo: realizzare una stazione di analisi della qualità dell’aria basata sulla piattaforma open-hardware Arduino. Il progetto ha coinvolto  gli alunni delle classi Terza e Quarta del corso Informatico. Con attività sperimentali e usando l’elettronica educativa,  gli studenti hanno creato oggetti e strumenti utili a rilevare dati dalla realtà circostante, per poi analizzarli ed interpretarli.
Per l’acquisizione dei valori sono stati utilizzati diversi sensori, tra cui uno di rilevamento per le polveri sottili PM10 e PM2.5, un microfono ad alta sensibilità per misurare i rumori ambientali ed un sensore di temperatura e di umidità. Il software sviluppato e caricato sulla centralina, permette di inoltrare i dati acquisiti dai sensori su un server centrale di raccolta dati, attraverso una connessione WiFi: i dati, così, sono disponibili online e accessibili via web. Tutti i componenti sono stati inseriti in una cassetta di protezione idonea per un’installazione in ambienti esterni. Il portale per la visualizzazione dei dati è stato opportunamente configurato inserendo grafici e oggetti dinamici per facilitarne la leggibilità e l’interpretazione, soprattutto nel caso di valori all’interno di intervalli non accettabili.
“Il sistema di monitoraggio prodotto permette  di rilevare – spiega Pasquale Moliterni, docente del corso – la qualità dell’aria nell’ambiente circostante e di valutare l’eventuale inquinamento acustico presente. L’elettronica educativa e il making giocano un ruolo rilevante nell’aumentare la motivazione e il coinvolgimento degli studenti, nel favorirne l’apprendimento significativo attraverso il “learning by doing”, le abilità di problem-solving, la creatività e la curiosità.”
Soddisfazione esprimono alunni e docenti interessati. Commenta il Dirigente dell’Itset  Leonardo Giordano: “È un modo di apprendere a trecento sessanta gradi. Gli studenti da un lato sono stati stimolati a potenziare le loro competenze digitali, nelle scienze e nella tecnologia, dall’altro a cercare soluzioni inedite a problemi reali  attraverso un approccio cooperativo. Il percorso ha dunque avuto una forte valenza pedagogico/educativa: la raccolta dei dati ambientali e la loro contestualizzazione, infatti, hanno consentito ai nostri ragazzi di incrementare la consapevolezza del rispetto, della conservazione e della valorizzazione del patrimonio naturalistico”.